LA STORIA DI VILLA PAOLINA
Proprio all’imboccatura
dei boschi, arrivando dalla strada asfaltata che proviene da Asti, a mezza
collina si trova un complesso edilizio denominato “Villa Paolina”,
avvolto dalla vegetazione e ricco di fascino e storia. Le prime notizie
che si hanno su Villa Paolina (indicata nelle mappe come “Cascina
Bussa”), risalgono alla metà del XIX secolo, epoca in cui
sicuramente esistevano alcuni corpi di fabbrica poi ampliati e rimaneggiati
dalla famiglia Bussa, originaria di Casale Monferrato, ma residente a
Torino, che utilizzava il complesso come casa di campagna.
Il massimo fulgore della villa e il suo aspetto Liberty con i decori floreali
si ebbe a cavallo tra il XIX e il XX secolo e coincise con gli anni della
maturità dell’ultimo proprietario, l’avv. Giovanni,
che dedicò la villa alla madre Paolina, nobile dei conti di George
de La Motte, personalità di grande fascino e ricorrente in tanti
aspetti della vita del figlio.
Figura eclettica, benestante di grande personalità, erede di una
casata di ufficiali sabaudi, Giovanni Bussa fu apprezzato pittore e ritrattista,
e terminò la sua lunga vita in un tragico incidente d’auto
nel 1955 all’età di 84 anni. Donò tutti i suoi beni,
come lascito testamentario, compresi la villa e i terreni circostanti,
all’Istituto “Carlo Alberto” di Torino, che ne fece
una casa per ferie delle suore, fino alla metà degli anni ’80,
quando il complesso venne chiuso, già con seri problemi di manutenzione,
abbandonato di fatto al degrado e al saccheggio.
Nel 1984 venne fondata la sezione di Asti del WWF, che fu coinvolta dal
Comune di Asti nella gestione di un campo estivo proprio nel parco di
Villa Paolina, scoprendo che si prestava in modo perfetto all’educazione
ambientale, tematica che proprio in quegli anni cominciava ad essere affrontata
anche in Italia. Nel 1986, il sottoscritto, venuto a conoscenza della
messa in vendita di Villa Paolina e delle sue pertinenze, con alcuni amici
del WWF di Asti, iniziò una lunga e tenacissima battaglia per farla
acquistare dal Comune di Asti ed ottenerne l’affidamento per la
realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale.
Nei lunghi anni in cui la vicenda si andava dipanando con alti e bassi
legati anche a vicende politiche e burocratiche, con episodi spesso clamorosi
e un vasto coinvolgimento dell’opinione pubblica, il degrado avanzò
in modo tragico: furti, saccheggi, vandalismi, incuria e abbandono, ridussero
edifici un tempo splendidi a case diroccate, mal frequentate e rischiose
per l’incolumità dei visitatori. Finalmente nel 1992 si ottenne
una prima forma di affidamento da parte del Comune di Torino (divenuto
proprietario, dopo lo scioglimento della “Carlo Alberto”)
al Comune di Asti, che stipulò una convenzione provvisoria col
WWF. Si poté finalmente arrestare lo sfacelo e cominciare a lavorare,
sia sugli edifici, che sul parco, importante lembo dei boschi di Valmanera,
con l’opera appassionata di tanti volontari.
Nel frattempo, mentre veniva approntato un progetto complessivo di restauro,
fu perfezionato l’acquisto da parte del Comune di Asti, con successiva
convenzione col WWF-Italia, firmata nel 1995 da Grazia Francescato, allora
presidente nazionale. L’accordo prevedeva una gestione di 25 anni
(poi allungati a 35) da parte del WWF, con l’impegno del restauro
a totale suo carico e la realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale
a carattere nazionale. Il restauro di tutti gli edifici, del parco (divenuto
oasi WWF di Valmanera), il reperimento di materiali e fondi, l’impegno
continuo di tante persone, hanno scritto una delle più gloriose
pagine del volontariato ambientale italiano e sono un fiore all’occhiello
del WWF-Italia e una delle realizzazioni più belle di cui la città
di Asti può andare fiera.
La fine dei lavori è stata sancita dall’inaugurazione del
28 settembre 2002, durante la quale è stato presentato anche l’ostello,
ex stalla e fienile, affidato all’Ente Parchi Astigiani, e restaurato
con fondi regionali.
Le righe precedenti sono tratte da un lungo articolo
di Giorgio Baldizzone pubblicato nel novembre 2003 sul n° 2 dei "Quaderni
di Muscandia", dedicato a Villa Paolina, la sua storia, i boschi
di Valmanera, l'impegno del WWF, i progetti, ecc.
Il file può essere scaricato cliccando su:
storia.zip
La storia relativa agli antichi fasti di Villa Paolina e della famiglia
BUSSA non è ancora stata scritta, ma è in fase di assemblamento,
grazie soprattutto alle accurate ricerche della dr.ssa Marilena Rofrano,
attivista WWF, sia presso l'Archivio Storico di Torino, che mediante la
raccolta di testimonianze di persone che conobbero la famiglia degli antichi
proprietari.
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