Tra gli edifici
minori che compongono il complesso immobiliare di Villa Paolina, quello
che ora chiamiamo "Cantina didattica" era uno dei più fatiscenti,
tanto che temevamo non fosse più possibile recuperarlo. Addossato
con la parete posteriore alla collina che sovrasta il pianoro degli edifici,
era stato in gran parte sommerso dallo smottamento del fronte collinare,
un tempo coltivato a vite. Il bel parapetto in elementi "frangisole"
di cotto era quasi tutto crollato, e solo il fronte anteriore era tenuto
in piedi da un fittissimo groviglio di rampicanti. Porte, finestre e persiane
erano semidustrutte, cadute dalle loro sedi, mentre un pollaio ricavato
anteriormente al corpo di fabbrica ne mortificava ulteriormente l'antica
eleganza. L'interno era in gran parte colmo di macerie coperte dal terreno
sabbioso della collina, in un caos indescrivibile, composto da piastrelle
rotte, pacchi di palchetto mai utilizzato, vecchie botti, utensili deteriorati,
ecc. Le funzioni originali di questo vecchio edificio di pianta quadrata sono sconosciute ed avvolte in una specie di mistero; certamente è uno dei più vecchi corpi di fabbrica, visto che fa parte del muro in mattoni con archi di sostegno che delimita il pianoro degli edifici sul lato Nord. Al suo interno esisteva un pozzo "cieco" profondo 7-8 m, che era collegato con la cantina sottostante alla villa tramite alcuni tubi in piombo e rame. Secondo i racconti di alcuni anziani di Valmanera, che conobbero la famiglia Bussa, nel pozzo veniva stipato del letame, che sprigionava gas, che sarebbe stato utilizzato per il riscaldamento della villa: una specie di biogas di circa un secolo fa ! Il lavoro dei volontari si è concentrato innanzi tutto sulla rimozione di tutto il materiale ingombrante, cosa che ha richiesto centinaia di ore e tanta fatica per spalare e portare via pesanti carriole. Eliminato il vecchio pollaio, l'edificio è stato liberato esternamente durante i lavori di costruzione della "palificata" che sostiene la collina, fino a riscoprire i gradini basali della scala laterale e le lastre in pietra antistanti l'ingresso. Il lavoro di restauro è iniziato alla fine del 1996 ed è stato reso possibile grazie a un finanziamento dell'Amministrazione Provinciale di Asti, con lo scopo di creare nel Centro di Educazione Ambientale, un punto di riferimento per la didattica sul vino, alimento così caratteristico ed importante per la terra astigiana. A maggio del 1997 l'edificio è stato inaugurato dopo un restauro meticoloso, che ha comportato il recupero di tutti gli originali infissi in legno e anche degli elementi "frangisole" del poggiolo, che sono stati riprodotti da una fornace specializzata, partendo dal modello di uno dei pochi pezzi originali conservatisi. La sua illuminazione è garantita da un impianto alimentato da pannelli fotovoltaici: un esempio di moderna tecnologia che bene si coniuga con l'antica struttura. |
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INAUGURAZIONE
DELLA
Il
10 giugno 2001si è svolta a Villa Paolina una simpatica iniziativa
promossa dalle "Donne del Vino". |