La piccola Riserva Regionale della Val Sarmassa, (compresa
nei Comuni di Vaglio Serra, Vinchio e Incisa Scapaccino) istituita con
LR 21/1993, a dieci anni dalla sua nascita (voluta fortemente a livello
locale anche per evitare una discarica !) poco alla volta sta perdendo
il suo valore naturalistico, con la scomparsa d'intere porzioni di bosco
distrutte per reimpiantare vigneti. Nel mese di maggio 2003 le Associazioni
Ambientaliste astigiane hanno inviato alla Regione Piemonte una vibrata
protesta [lettera che segue], visto che proprio gli uffici regionali che
dovrebbero tutelare l'ormai scarsa naturalità di una "Riserva
Speciale" che lo è solo più sulla carta, autorizzano
regolarmente la distruzione dei boschi a favore dei vigneti [FOTO 1].
L'ennesimo intervento che documentiamo con le foto (realizzate il 23 giugno
2003) è avvenuto proprio sotto il famoso "Casotto di Ulisse"
(lo scrittore Davide Lajolo) e ha cancellato nello scorso inverno un bosco
misto di latifoglie, con prevalenza di roverella, cresciuto da almeno
35 anni al posto di vigneti abbandonati. Se la politica regionale è
quella di autorizzare in un'area protetta il reimpiantamento dei vigneti
dove il catasto (mai aggiornato !!) ignora la presenza di boschi ricresciuti
da seme ormai da decenni, allora che senso ha continuare ad ostinarsi
a chiamare "Parco" o "Riserva" un'area dove si può
disboscare impunemente effettuando profonde modificazioni nel terreno
(il cosiddetto "scasso" [FOTO 2 ]) in zone a vincolo idrogeologico,
ceduare per fare legna da ardere favorendo l'invasione della robinia,
mantenere vaste estensioni di pioppeti [FOTO 3], ecc.
La domanda viene spontanea: MA QUESTO È UN PARCO ?
LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE ASTIGIANE
Egr. Sig. Assessore
Alle Aree Protette della Regione Piemonte
p.c.
Ente Parchi Astigiani
Corpo Forestale dello Stato
Coordinamento provinciale di Asti
Sig. ri Sindaci dei Comuni di
Vinchio, Vaglio Serra, Incisa Scapaccino
Sig. Presidente della Provincia di Asti
Organi di stampa
OGGETTO: DISBOSCAMENTI NELLA RISERVA NATURALE SPECIALE
DELLA VAL SARMASSA (AT)
Negli scorsi mesi è stato
operato un disboscamento totale in un appezzamento insito nella Riserva
NS della Val Sarmassa, nella parte ricadente sotto il Comune di Vinchio.
È stato completamente cancellato un bosco composto soprattutto
da roverelle e ci risulta che la motivazione sia il reimpiantamento di
vigneti e che tutta l'operazione abbia ottenuto le autorizzazioni dall'Ufficio
Parchi della Regione, visto che ogni modifica dello stato attuale dei
luoghi nella Riserva, in assenza del Piano Naturalistico, deve essere
autorizzata dal presidente della Regione, come prescrive la legge istitutiva
della Riserva.
Per contro è noto alle sottoscritte Associazioni che il Piano Naturalistico,
commissionato dall'Ente Parchi, è in fase di avanzata realizzazione
e tutte le particelle catastali inserite nella Riserva sono state censite
per quanto riguarda lo stato vegetazionale in modo che si è ottenuta
la certificazione da parte di un professionista delle attuali condizioni.
Nel caso del lotto disboscato, pur essendo ancora accatastato come vigneto,
si trattata di un bosco cresciuto da seme ormai da decenni e quindi da
tutelare, soprattutto in una zona come la Val Sarmassa, dove le poche
latifoglie autoctone sono sommerse da un mare di robinie sempre più
infestanti, tanto che si stenta ormai a trovare alberi "portasemi"
tali da garantire la propagazione della vegetazione arborea originale.
Si ricorda a questo proposito che negli anni scorsi la Regione aveva finanziato
all'Ente Parchi Astigiani il progetto "Alberi in piedi", che
attraverso incentivi economici ai proprietari dei boschi tendeva a "affittare
in piedi" piante di particolare importanza, per salvarle da una ceduazione
quasi ossessiva, cosa che contrasta in modo stridente con la suddetta
autorizzazione al disboscamento, che purtroppo continua una serie di analoghi
permessi, che hanno portato alla cancellazione di altri lotti boschivi
e dei pochi prati xerici sommitali, in cui si trovavano gli elementi floristici
più interessanti .
A questo punto ci si chiede se il destino della Riserva della Val Sarmassa,
nata, tra l'altro da un'iniziativa volta innanzi tutto ad evitare una
discarica, sia il completo ripristino a scapito dei boschi, degli antichi
vigneti, magari risalenti ad oltre mezzo secolo fa e non cancellati da
un catasto mai aggiornato. In questo caso sarebbe meglio che la Riserva
venisse eliminata dal novero delle aree protette della Regione Piemonte,
visto che la situazione attuale conferisce un quadro assolutamente fuorviante
su quanto normalmente ci si attende possa costituire una zona destinata
alla conservazione della Natura, come primo movente della sua istituzione
a Riserva Naturale.
WWF-sez. di Asti; PRONATURA-Asti; LEGAMBIENTE Circolo "Gaia"
di Asti; LIPU; ITALIA NOSTRA; GRUPPO MICOLOGICO "Bresadola",
sez. Camisola di Asti.
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