Ho conosciuto Giuseppe Ratti tanti anni fa, quando decise di tornare a vivere in campagna nella casa di famiglia in Valle delle Orfane, con una scelta di vita che allora pareva incredibile: da brillante professore universitario a contadino che lavorava i campi solo in modo biologico, senza compromessi, con uno stile di vita improntato alla massima sobrietà e senza alcuna “moderna” comodità.
La sua dirittura morale e grande cultura scientifica lo hanno sempre contraddistinto in tutte le battaglie per la difesa dell’ambiente, dei beni e della salute pubblica: dalle lotte contro i pesticidi a quelle contro la tangenziale sud-ovest di Asti, alla vicenda referendaria contro il nucleare e a favore dell’acqua pubblica.
Piango un amico e un esempio di vita e penso che il modo migliore per rendere onore alla sua memoria sia impegnarsi ancora di più perché si smetta finalmente di colare cemento sulla terra, quel suolo agricolo che lui tanto amava e che riteneva la risorsa più importante e genuina per la sopravvivenza del genere umano.
Un aneddoto: Parecchi anni fa il sindaco di un paese vicino ad Asti venne contattato da un ingegnere di Milano, che proponeva un impianto tecnologico che bruciando rifiuti avrebbe prodotto petrolio. Per quanto ne so questa tecnologia non ha avuto sviluppi e già allora sollevava dubbi di varia natura, soprattutto ambientale.
Il sindaco organizzò un incontro pubblico (la gente era preoccupata) una sera in municipio e io ero al tavolo dei relatori. Dopo che l’ingegnere ebbe presentato il suo macchinario in grande spolvero, prese la parola Ratti, che era seduto in prima fila col suo classico abbigliamento dimesso “da contadino” senza il minimo fronzolo o concessione all’eleganza. Fece un discorso altamente tecnico e scientifico, di cui ricordo bene la frase “a me hanno insegnato che se un atomo entra, un atomo esce” (si riferiva agli atomi di cloro e possibile formazione di diossine).
L’ingegnere allibito mi chiese “ma chi è quel tizio?”. Gli risposi “un contadino, come vede”. Al che quello replicò “ma sono tutti così i contadini dalle vostre parti?”…. La serata finì col ritiro della proposta di costruire il marchingegno e l’ingegnere milanese che tornava a casa con le pive nel sacco.
Giorgio Baldizzone
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8 dicembre 2013 |