L’idea
del convegno sulla biodiversità della provincia di Asti è
nata nell’inverno 2006/2007, quando gli effetti del cambiamento
climatico si sono fatti sentire più intensi, con temperature troppo
elevate e una siccità terribile, che ha colpito anche la provincia
di Asti.
E’ sembrato giusto cercare di fare il punto delle attuali conoscenze
su flora e fauna e soprattutto far conoscere al pubblico e agli amministratori
pubblici le peculiarità delle specie censite e nel contempo far
capire l’importanza della conservazione di quanto resta e quali
sono gli strumenti e i metodi per farlo.
Al convegno sono intervenute circa 100 persone, provenienti da tutto il
Piemonte, non solo esperti dei vari settori naturalistici, ma anche tecnici
della pubblica amministrazione, studenti e insegnanti.
Dopo il saluto delle Autorità, cioè il sindaco di Asti,
prof. Voglino, il presidente del Consorzio Universitario di Asti, dr.
Maggiora, e il prof. Valfré, presidente del Comitato Scientifico
dell’Università di Asti, si è iniziato il convegno
con la bellissima relazione del prof. Bogliani, che ha catturato l’attenzione
del pubblico presente con una spiegazione semplice e molto efficace sul
concetto di biodiversità e sull’importanza della sua conservazione.
E’ seguito l’intervento di Guido Trivellini dell’ufficio
ecoregionale del WWF-Italia, che ha esposto quanto realizzato in Lombardia
col metodo ecoregionale WWF per il censimento della biodiversità
e la programmazione gestionale.
Si sono poi susseguite le comunicazioni scientifiche, cominciando da quelle
di Franco picco e Guido Blanchard sui lineamenti geobotanici e sulla tipologia
dei boschi dell’Astigiano e continuata da Mario Filippa del Gruppo
Micologico “G.Camisola” sui funghi di Valmanera. A questa
è seguita quella di Giorgio Baldizzone sui Lepidotteri della provincia
di Asti, con la presentazione di una specie nuova per la Scienza dell’oasi
WWF di Valmanera, Coleophora aleramica, un microlepidottero Coleophoridae
dall’aspetto verde bronzeo con riflessi metallici. Questa scoperta
è un esempio di come la biodiversità riveli sempre nuove
sorprese, se si conserva l’ambiente. La sessione del mattino è
stata conclusa da Gianni Allegro, che ha illustrato le ricerche sui coleotteri
Carabidae, con un quadro nitido sulle attuali conoscenze e la focalizzazione
su specie di notevole interesse per la loro rarità e il significato
biogeografico della loro presenza in provincia di Asti.
La
sessione pomeridiana, iniziata con la relazione di Mariuccia Cirio sulle
reti ecologiche, e continuata da Marco Devecchi con un contributo sulla
tutela del paesaggio, si è poi svolta con le relazioni naturalistiche
di Teo Ferrero (orchidee di Loazzolo), Fabio Viarengo (vegetazione e flora
del Tanaro e delle oasi WWF), Enrico Caprio (l’avifauna), Paolo
Debernardi (i mammiferi), Franco Correggia (fora del nord-ovest Astigiano).
Di grande fascino e veramente commovente è stato il simpatico intervento
di Giovanni Onore, l’ideatore della Riserva di Otonga (Ecuador)
che di passaggio in Italia, ha portato al convegno le immagini della straordinaria
biodiversità della porzione di Ande da lui salvata.
Le conclusioni del convegno sono state curate del prof. Mario Zunino,
dell’Università di Urbino, che ha sottolineato l’importanza
del rigore scientifico, la proprietà dell’uso dei termini,
ma la necessità di un linguaggio chiaro, che sia alla portata del
largo pubblico e degli amministratori pubblici, che devono operare per
la conservazione della biodiversità.
Il convegno si è chiuso con l’impegno a realizzare un volume
di “ATTI” che serva da strumento per testimoniare la biodiversità
della provincia di Asti nell’anno 2007.
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